Aumentano gli atti terroristici nel mondo: l’Iraq è il più colpito

Il numero di attacchi terroristici è aumentato costantemente dal 2002 ad oggi anche se le vittime sono diminuite del 25% dal picco del 2007: è la fotografia rilanciata dal Global Terrorism Index presentato oggi dall’Institute for Economics and Peace, che ha messo a confronto dati raccolti in 158 Paesi negli ultimi dieci anni per valutare l’impatto del fenomeno, analizzandone anche la dimensione economica e sociale. A guidare la graduatoria dei Paesi più colpiti dal terrorismo c’è l’Iraq, con un terzo delle vittime totali tra il 2002 e il 2011 nel Paese mediorientale. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno, della Difesa e della Salute di Baghdad a novembre nel Paese sono rimaste uccise 166 persone rispetto alle 144 del mese precedente. Tra le vittime si contano 101 civili, 35 poliziotti e 30 soldati. I feriti, stando ai dati dei ministeri, sono stati 252, tra i quali 129 civili, 68 agenti di polizia e 55 militari. Il picco di violenze si è registrato negli ultimi giorni di novembre e ha visto finire nel mirino soprattutto gli sciiti, che il 25 novembre hanno celebrato l’Ashura. Nella classifica del Global Terrorism Index seguono, per il periodo 2002-2009, Pakistan, India e Afghanistan – rispettivamente al 12%, 11% e 10% – mentre Thailandia, Filippine e Russia si fermano al 5% e 4%. Nel testo si sottolinea come i Paesi a basso reddito siano meno colpiti di quelli a medio reddito e, contrariamente alla percezione comune, il Nord America è la regione meno soggetta al fenomeno, con un tasso di mortalità 19 volte inferiore a quello dell’Europa occidentale. Tra gli obiettivi più comuni restano i civili e le proprietà, mentre solo il 4% degli attacchi si rivolge contro entità militari.

Con fonte AGI

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